lunedì 28 settembre 2009

Consiglio Regionale del Molise. Intervento del Consigliere Michelangelo Bonomolo. Seduta del 25 Settembre 2009

“Questo Consiglio Regionale si trova ad affrontare una materia che per anni non ha trovato soluzioni sia per l’attesa delle indicazioni nazionali chiare sulla riforma federalista, che per mancanza di una chiara volontà politica di dare vita ad un dibattito più ampio che coinvolgesse maggiormente anche gli altri settori della vita pubblica regionale.
E’ chiaro – ha affermato Bonomolo questa mattina in aula - che essere arrivati sino a questo punto fa presumere che, almeno sui principi generali, ci sia un generale accordo maturato nella commissione competente, sui quali però ho provveduto a presentare una serie di emendamenti aggiuntivi che, spero, trovino il consenso da parte di questa assemblea. Ad una analisi sommaria ritengo che lo Statuto manca di una serie di scelte politiche tali da caratterizzare questa legislatura.
Il continuo rimandare a regolamenti interni da attivare nel futuro, infatti, la dice lunga sulla volontà di fare delle scelte che potrebbero anche risultare “anti popolari”.
La mancanza di un forte ruolo del Consiglio Regionale, la composizione dei gruppi, l’eliminazione di quell’odioso cambio di casacche che ha contraddistinto gli ultimi dieci anni di vita politica in questa regione non fanno altro che dimostrare che, a volte, parafrasando Tomasi di Lampedusa, i cambiamenti tanto annunciati, di fatto non vogliono essere resi operanti. Nel corso di questa legislatura ho provveduto, in questa direzione, a presentare diverse ipotesi legislative riguardanti il modello di elezione del presidente della Giunta e sul sistema di governo, che mirano ad una maggiore partecipazione del corpo elettorale, che spesso si trova a dover dare il proprio consenso sulla base di scelte unilaterali che dipendono dalla volontà di una elité presente nei due schieramenti principali.
Ritengo che occorra ridare senso al voto popolare, non senza porre in essere alcune riforme nella legge elettorale, tali da bilanciare lo strapotere dei Governatori sia nei confronti dell’assemblea legislativa che degli altri attori sociali, economici e politici di questa regione.
In questa direzione ribadisco la mia contrarietà all’elezione diretta del presidente della Giunta Regionale, auspicando che l’aula trovi i numeri necessari per un ritorno alla forma assembleare, non senza però alcuni cambiamenti, dovuti sia al particolare momento economico che ad una nuova visione delle esigenze di questa regione, evitando in questo modo una ulteriore frammentazione territoriale e politica che non giova sicuramente agli interessi complessivi dell’intero territorio.
Ritengo infatti auspicabile e necessaria la riduzione dei consiglieri regionali a 25 unità, sulla base di una unica circoscrizione regionale. Viviamo in una regione che oggi soffre i mutamenti federalistici in atto, sia per via della sua ridotta popolazione che per l’eccessiva frammentazione sui 136 centri regionali: non si giustifica più, dunque, una suddivisione territoriale che troppo spesso ha guardato agli interessi localistici e personalistici, perdendo di vista le esigenze complessive del territorio.
In questo senso sarà il partito o la coalizione dei partiti, con maggioranza anche relativa dei voti espressi, ad aver diritto all’elezione di 16 consiglieri, mentre i restanti 9 saranno attribuiti ai partiti e/o alle coalizioni in base al calcolo già in vigore nella precedente legge regionale. In questo modo verrebbe soppresso anche il cosiddetto “listino” che tanti danni ha fatto nella vita politica regionale, causando l’allontanamento di tanti cittadini ed un clima di rassegnazione nel corpo elettorale.
Come Comunisti/Sinistra Popolare, inoltre, riteniamo che il sistema di elezione debba prevedere nella scheda elettorale la possibilità, per ogni elettore, di indicare il nome del Presidente della Giunta Regionale individuandolo tra tutti i candidati presenti nelle liste presentate. In tal modo il Presidente della Giunta, nel corso della prima seduta del Consiglio Regionale, verrebbe designato dall’assemblea tra i primi 3 candidati indicati nella lista vincente e che hanno ottenuto il maggior numero di voti. Ribadisco, inoltre, la mia contrarietà alla nomina di assessori esterni e all’istituzione del “ Consigliere Supplente”, presente nella proposta di Statuto in discussione.
Occorre, inoltre, stabilire che in caso di sfiducia “costruttiva” il nuovo presidente venga designato all’interno dello stesso schieramento vincente (rispettando in tal modo la volontà degli elettori), tentando di eliminare così la frequente pratica dell’inciucio che è divenuta ormai prassi comune da quando è stata introdotta questa forma di governo e di elezione diretta del Presidente che forte del potere di nomina diretta sugli assessori, causa un frequente ed antipatico cambio di casacche.
Un meccanismo, dunque, che tutela la stabilità politica poiché tutela il voto dei cittadini che hanno espresso il voto. Questo per rispondere a quanti, importanti transfughi e non, hanno generato la vera instabilità politica anche in questa legislatura, migrando da un partito all’altro, da uno schieramento all’altro, tradendo un mandato elettorale fornito dai cittadini che hanno espresso la propria preferenza verso quel partito o verso una coalizione. La stabilità politica si ha quando la politica è forte. Non occorrono leggi o imposizioni particolari: occorre dignità e rispetto verso quanti hanno espresso democraticamente il proprio voto, ovvero i cittadini di questa regione.
Questa è la posizione di Comunisti Italiani / Sinistra Popolare – ha concluso Bonomolo - che mi onoro di rappresentare in questo Consiglio: mi riservo di presentare nel corso delle prossime ore altri emendamenti alla proposta in esame nonché di intervenire nel corso del prossimo dibattito.”

Michelangelo Bonomolo. Consigliere Regionale

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